giovedì 26 giugno 2014

Servizio idrico: come richiedere le agevolazioni

La domanda deve essere presentata al Comune di residenza, utilizzando lo specifico modulo predisposto da ATERSIR e allegando l’attestazione ISEE, copia di un documento di identità ed una bolletta dell’acqua dell’anno in corso. Ogni utente può presentare la domanda solo per il contratto di fornitura riferito all’abitazione in cui risiede il nucleo familiare, entro il 30 settembre di ogni anno, anche se non si sono verificate modifiche dei requisiti. Le agevolazioni per gli utenti, sono previste nella misura massima di 60 € per ogni componente del nucleo familiare (fino ad un massimo di 8 componenti), in presenza di un indicatore ISEE minore o uguale a 2.500 € e di 40 € per ogni componente del nucleo familiare (fino ad un massimo di 8 componenti), in presenza di un indicatore ISEE maggiore di 2.500 € e minore o uguale a 10.000 €. L’erogazione del contributo sarà riconosciuta come una deduzione in bolletta, nell’anno successivo a quello di presentazione della domanda.

venerdì 13 giugno 2014

Spiaggia: l'accesso è libero

L'articolo 1, comma 251, della legge 296/2006 obbliga i titolari delle concessioni a "consentire il libero e gratuito accesso e transito, per il raggiungimento della battigia antistante l'area ricompresa nella concessione, anche al fine della balneazione". Pertanto, i gestori di uno stabilimento balneare, possono chiedere il pagamento SOLO per usufruire di determinati servizi privati, quali ad esempio le docce, i bagni, gli spogliatoi. Rimane invece PER TUTTI, clienti e non, nei famosi 5 metri di spiaggia demaniale di fronte al mare, il divieto di posizionare sdraio, ombrelloni e altri oggetti ingombranti, al fine di consentire il passaggio dei bagnanti oltre al tempestivo soccorso in mare, in caso di emergenza.

martedì 3 giugno 2014

Internet, riconosciuto il diritto all'oblio

Google si adegua alle indicazioni di Privacy contenute in una recente sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea e lancia il servizio per far valere il “diritto all’oblio”. Gli utenti potranno quindi chiedere al motore di ricerca di rimuovere i link che appaiono dopo una ricerca sul proprio nome, qualora contengano informazioni “inadeguate, irrilevanti o non più rilevanti, o eccessive in relazione agli scopi per cui sono stati pubblicati”. Il colosso del web si riserva quindi il compito di stabilire se i risultati includono informazioni obsolete sull’utente e se le informazioni sono di interesse pubblico, ad esempio se riguardano frodi finanziarie, negligenza professionale, condanne penali o la condotta pubblica di funzionari statali, ma sarà l’Autorità garante per la protezione dei dati personali, a verificare concretamente se questi diritti e queste tutele verranno assicurati.