lunedì 1 maggio 2017

COMPAGNIE AEREE: LA CLASSIFICA DEI CONSUMATORI

Altroconsumo e altre organizzazioni di consumatori hanno svolto una indagine sulle compagnie aeree, valutando la qualità dei loro servizi dal punto di vista di chi viaggia, verificando quindi cosa succede in caso di ritardi o bagagli smarriti, cancellazioni dei voli, ma anche facilità del check-in, puntualità, cortesia del personale e pulizia. Gli oltre 10.000 votanti hanno premiato i vettori arabi e dell’Estremo Oriente, apprezzati soprattutto per i viaggi a lungo raggio. Tre di questi in particolare – Emirates, Singapore Airlines e Cathay Pacific – occupano i primi posti della classifica dal 2009.
Buoni piazzamenti li conseguono anche Qatar Airways, Turkish Airlines, Etihad Airways, SAS Scandinavian, Norvegian, KLM, Lufthansa, Brussels Airlines, Tap Portugal. Per il comfort a bordo, fra le compagnie migliori si distinguono Qatar Airways e Thai Airways, mentre fra le peggiori Air Europa, Vueling e Ryanair. Per la puntualità invece si piazzano al primo posto Cathay Pacific e Singapore Airlines, agli ultimi Vueling e Tunisair.
Molta strada però va ancora fatta, se si guarda al rispetto delle regole. Il 10% degli intervistati racconta di aver avuto problemi con i bagagli e l’83% di loro non ha ricevuto il rimborso cui aveva diritto. Il 25% dei passeggeri – ben un quarto – ha poi avuto un ritardo del volo. Il 76% degli intervistati a cui è stato cancellato un volo non ha ricevuto la compensazione economica che gli spettava. Il 6% dei voli ha avuto un ritardo di almeno due ore. Risultano ignorati dalle compagnie i diritti dei viaggiatori quando il ritardo ha superato le 3 ore: nel 75% di tali casi i passeggeri non sono stati rimborsati. Il caso Alitalia è infine emblematico del disinteresse verso i contribuenti-passeggeri che pagano tariffe e tasse di imbarco superiori, per mantenere una compagnia di bandiera che nell'attuale assetto è senza futuro. Diciamo quindi un "no" secco a quei sindacati che intendono utilizzare i risparmi degli italiani custoditi dalla Cassa Depositi e Prestiti, per un risanamento che allo Stato è già costato 7 miliardi. 

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