domenica 30 novembre 2014

Influenza e vaccinazioni: cosa serve sapere

L'influenza è una malattia provocata da virus che infettano le vie aeree (naso, gola, polmoni). La vaccinazione costituisce la principale misura di prevenzione. L'influenza si trasmette per via aerea, attraverso le goccioline di saliva e le secrezioni respiratorie, in maniera: diretta (tosse, starnuti, colloquio a distanza molto ravvicinata), oppure indiretta (dispersione delle goccioline e secrezioni su oggetti e superfici). Per questa ragione è fortemente raccomandato, evitare luoghi affollati, lavare regolarmente le mani, evitare di portare le mani sporche a contatto con occhi, naso e bocca, coprire la bocca e il naso con un fazzoletto di carta quando si tossisce e starnutisce e gettare il fazzoletto usato nella spazzatura, aerare regolarmente le stanze di soggiorno. I pazienti affetti da influenza sono già contagiosi durante il periodo d’incubazione, prima della manifestazione dei sintomi. Una persona adulta può trasmettere il virus da tre a sette giorni dopo l’inizio della malattia. I bambini invece sono contagiosi più a lungo. Le complicanze dell'influenza vanno dalle polmoniti batteriche, alla disidratazione, al peggioramento di malattie preesistenti (quali ad esempio il diabete, malattie immunitarie o cardiovascolari e respiratorie croniche), alle sinusiti e alle otiti (queste ultime soprattutto nei bambini). Sono più frequenti nei soggetti al di sopra dei 65 anni di età e con condizioni di rischio. Alcuni studi hanno messo in evidenza un aumentato rischio di malattia grave nei bambini molto piccoli e nelle donne incinte. Tuttavia, casi gravi di influenza si possono verificare anche in persone sane che non rientrano in alcuna delle categorie sopra citate. Ci sono alcune semplici azioni che aiutano a prevenire la diffusione di malattie infettive in generale, e quelle che si trasmettono per via aerea come l’influenza: lavare spesso le mani, in particolare dopo aver tossito e starnutito o frequentato luoghi e mezzi di trasporto pubblici, coprire naso e bocca con un fazzoletto (possibilmente di carta) e gettare immediatamente il fazzoletto usato nella spazzatura o nella biancheria da lavare, evitare di toccare occhi, naso e bocca con le mani non lavate, rimanere a casa se malati, in modo da evitare contatti possibilmente infettanti con altre persone, riducendo il rischio di complicazioni o infezioni concomitanti da parte di altri batteri e virus. Oltre a queste regole igieniche, è possibile prevenire l’influenza anche mediante la somministrazione di vaccini antinfluenzali; sono disponibili inoltre farmaci antivirali: il loro impiego a scopo preventivo è riservato a soggetti in cui l’influenza rappresenta un alto rischio ma non è possibile utilizzare il vaccino a causa di controindicazioni. Gli antivirali sono medicinali usati per il trattamento dell'influenza. Se assunti tempestivamente entro 48 ore dalla comparsa dei sintomi, possono ridurre i sintomi, la durata della malattia e le complicanze dell'influenza, ma non stimolano la produzione di anticorpi come i vaccini e quindi non danno protezione immunitaria. L’uso dei vaccini è approvato dalle autorità regolatorie nazionali per i farmaci, in Italia, l'Agenzia Italiana del Farmaco - AIFA, ma esiste anche l’Agenzia Europea per la valutazione dei prodotti medicinali, EMA (European Medicines Agency). L’EMA si avvale del parere di Comitati di esperti e in particolare dal Comitato per i Prodotti Medicinali, per autorizzare i farmaci ed i vaccini. I vaccini sono prodotti biologici sicuri, essendo sottoposti ad una serie di controlli accurati, effettuati durante la produzione (controlli di qualità e studi clinici), quindi prima dell’autorizzazione all’immissione in commercio, per la verifica degli standard previsti dalle autorità internazionali (OMS e, per quanto riguarda l’Unione Europea, EMA – Agenzia Europea Valutazione Medicinali) e nazionali. Inoltre, per il monitoraggio della sicurezza dei vaccini e degli emoderivati l’AIFA cura l’attività di gestione tecnico/amministrativa dei Certificati di Controllo rilasciati dagli Official Medicines Control Laboratory (OMCL) del network (OCABR) Official Control Authority Batch Release e dei relativi casi di non conformità dei lotti sottoposti al controllo di stato. Oltre alla sorveglianza che precede l’immissione in commercio ed il rilascio del lotto, i vaccini sono sottoposti anche a sorveglianza post-marketing. Nella sorveglianza post-marketing, ogni anno si sottopongono a controllo i vaccini presenti al momento sul mercato, in modo tale da verificare che corrispondano ai requisiti di Farmacopea posseduti al momento del rilascio e si verificano e controllano le segnalazioni che pervengono relative a difetti di qualità, effetti collaterali, reazioni ed eventi avversi. I vaccini disponibili in Italia sono tutti inattivati, ad eccezione di un vaccino antinfluenzale costituito da virus vivi attenuati, da somministrare per via nasale (nome commerciale Fluenz), e quindi non contengono particelle virali intere attive. Dalla stagione corrente, 2014/15, è disponibile in commercio in Italia un vaccino quadrivalente split indicato per l’immunizzazione degli adulti e dei bambini dai 3 anni di età, per la prevenzione della influenza causata dai due sottotipi di virus influenzale A e da due di tipo B. Alla vaccinazione antinfluenzale possono essere associati alcuni effetti indesiderati, la loro frequenza dipende dal tipo di vaccino, da come viene somministrato e dall’età della persona vaccinata. I vaccini inattivati, somministrati per mezzo di iniezione intramuscolare, possono causare comunemente reazioni locali come dolenzia e arrossamento nel punto di iniezione e, meno spesso, febbre, dolori muscolari o articolari o mal di testa. Questi sintomi generalmente sono modesti e non richiedono cure mediche, risolvendosi con trattamenti sintomatici (antipiretici, analgesici) nel giro di un paio di giorni. Febbre, dolori e mal di testa possono manifestarsi più frequentemente nei bambini e ragazzi rispetto alle persone anziane. Raramente i vaccini antinfluenzali a base di virus inattivati possono causare reazioni allergiche. L’AIFA riceve le segnalazioni di eventi avversi a vaccino nel quadro del sistema generale di farmacovigilanza. E’ il medico che osserva o a cui viene riferita la reazione avversa, a notificare il caso alla Azienda Sanitaria Locale di appartenenza, tramite i referenti locali e regionali per la farmacovigilanza, l’informazione viene inserita nel database nazionale, utilizzando anche un sistema informatizzato appositamente predisposto allo scopo. A livello nazionale, le notifiche vengono esaminate per verificare la completezza e possibili errori. In alcuni casi, le segnalazioni devono essere validate attraverso la verifica di ulteriori dettagli. Le segnalazioni vengono analizzate per valutare se gli eventi comunque attesi siano più frequenti di quanto ci si aspetta. Se l’analisi indica un potenziale problema, vengono condotti ulteriori approfondimenti e vengono informate tutte le autorità nazionali ed internazionali interessate in modo da prendere le decisioni più appropriate per assicurare l’uso in sicurezza del vaccino. Le reazioni locali si manifestano generalmente entro i primi giorni successivi alla vaccinazione. Le reazioni sistemiche più frequenti (ad esempio malessere generale, febbre, mialgie) si manifestano generalmente entro 6-12 ore dalla somministrazione del vaccino ed hanno una durata di 1 o 2 giorni. Eventi gravi dopo somministrazione di vaccini antinfluenzali sono segnalati tutti gli anni (circa il 20% del totale delle segnalazioni) ma non è detto che ci sia una relazione causale con il vaccino, spesso si tratta di eventi temporalmente coincidenti con la vaccinazione. Il vaccino antinfluenzale non deve essere somministrato ai lattanti al di sotto dei sei mesi (per mancanza di studi clinici controllati che dimostrino l’innocuità del vaccino in tali fasce d’età)e ai soggetti che abbiano manifestato reazioni di tipo anafilattico ad una precedente vaccinazione o ad uno dei componenti del vaccino. Una malattia acuta di media o grave entità, con o senza febbre, costituisce una controindicazione temporanea alla vaccinazione, che va rimandata a guarigione avvenuta. False controindicazioni: allergia alle proteine dell’uovo, con manifestazioni non anafilattiche, malattie acute di lieve entità, allattamento, infezione da HIV e altre immunodeficienze congenite o acquisite. 20. I bambini devono fare la vaccinazione antinfluenzale? L’inserimento dei bambini sani di età compresa tra 6 mesi e 24 mesi (o fino a 5 anni) nelle categorie da immunizzare prioritariamente contro l’influenza stagionale è un argomento attualmente oggetto di discussione da parte della comunità scientifica internazionale, soprattutto a causa della mancanza di studi clinici controllati di efficacia. L’offerta di vaccinazione è raccomandata dalla Sanità Americana e Canadese e da pochi paesi della Comunità Europea (Gran Bretagna, Finlandia, Ungheria e Malta), ma i dati di copertura vaccinale finora raggiunti non consentono di valutare l’impatto di tale intervento. Pertanto, non si ritiene necessario promuovere programmi di offerta attiva gratuita del vaccino influenzale stagionale ai bambini che non presentino fattori individuali di rischio. Un bambino in buone condizioni di salute è in grado di reagire autonomamente o con il semplice supporto di terapie sintomatiche nei confronti del virus influenzale. Ci sonoinvece bambini per i quali la vaccinazion, è necessaria, in quanto potrebbero più facilmente andare incontro a complicanze, in caso di malattie. Sono bambini affetti da: malattie croniche a carico dell'apparato respiratorio (inclusa l'asma persistente, la displasia broncopolmonare e la fibrosi cistica, malattie dell'apparato cardiocircolatorio, comprese le cardiopatie congenite e acquisite, diabete mellito ed altre malattie metaboliche, malattie renali con insufficienza renale, malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie, neoplasie, malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi, immunosoppressione indotta da farmaci o da HIV, malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinale, patologie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici, patologie associate ad un aumentato rischio di aspirazione delle secrezioni respiratorie (ad es. malattie neurologiche e neuromuscolari), bambini e adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico, a rischio di Sindrome di Reye in caso di infezione influenzale. I vaccini antinfluenzali non vanno somministrati nei piccoli di età inferiore a 6 mesi; la vaccinazione della mamma e degli altri familiari, che ne hanno cura, è una possibile alternativa per proteggerli in maniera indiretta. Ogni Regione stabilisce le strutture deputate alla vaccinazione. Oltre ai Servizi di vaccinazione delle ASL, partecipano alle attività di vaccinazione anche i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta. Il vaccino antinfluenzale va somministrato per via intramuscolare, nei soggetti di età superiore ai 9 anni, mentre nei bambini e nei lattanti, la somministrazione va effettuata nella faccia antero-laterale della coscia. Il vaccino antinfluenzale è indicato per tutti i soggetti che desiderano evitare la malattia influenzale e che non abbiano specifiche controindicazioni. Tuttavia, tale vaccinazione viene offerta gratuitamente ai soggetti che per le loro condizioni personali corrano un maggior rischio di andare incontro a complicanze nel caso contraggano l'influenza. La vaccinazione antinfluenzale è raccomandata per soggetti di età pari o superiore a 65 anni, bambini di età superiore ai 6 mesi, ragazzi e adulti fino a 65 anni, affetti da patologie che aumentano il rischio di complicanze da influenza, malattie croniche a carico dell'apparato respiratorio (inclusa l'asma grave, la displasia broncopolmonare, la fibrosi cistica e la broncopatia cronico-ostruttiva-BPCO), malattie dell'apparato cardiocircolatorio, comprese le cardiopatie congenite e acquisite, diabete mellito e altre malattie metaboliche (inclusa l'obesità e gravi patologie concomitanti), insufficienza renale cronica, malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie, tumori, malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi, immunosoppressione indotta da farmaci da HIV, malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinale, patologie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici, patologie associate ad aumentato rischio di aspirazione delle secrezioni respiratorie (ad es. malattie neuromuscolari), epatopatie croniche, bambini e adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico, a rischio di Sindrome di Reye in caso di infezione influenzale, donne in gravidanza individui di qualunque età ricoverati presso strutture per lungodegenti, medici e personale sanitario di assistenza, familiari a contatto di soggetti ad alto rischio, soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo. Personale che, per motivi di lavoro, è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani: allevatori, addetti al trasporto di animali vivi, macellatori e vaccinatori, veterinari pubblici e libero-professionisti. (Fonte Ministero Salute)

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